Rapporti Umani e Psicologia

L’EDUCAZIONE EMOZIONALE

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L’EDUCAZIONE EMOZIONALE

3ª/10 PARTE “PAURA AL RIFIUTO”

  1. PAURA AL RIFIUTO
  2. IL DANNO PSICOLOGICO
  3. L’EDUCAZIONE EMOZIONALE
  4. PERCHÉ DIAMO COSÌ TANTA IMPORTANZA ALLA NOSTRA IMMAGINE
  5. COMPRENDERE I MECCANISMI DEL PENSIERO
  6. IL PASSO VERSO L’INDIPENDENZA EMOZIONALE
  7. QUANDO CI RIFIUTANO PERSONE CHE NON CI CONOSCONO
  8. È IL MOMENTO DI COMINCIARE A VIVERE PIENAMENTE
  9. COME FAR SPARIRE LA PAURA
  10. MOSTRA IL TUO VALORE UNICO

Ma perché succede tutto questo?

Principalmente perché non abbiamo una buona educazione emotiva.

Non è colpa nostra, non ci hanno insegnato a confrontarci con le situazioni della vita di forma razionale, o peggio, ci hanno insegnato a temere situazioni che in realtà non presuppongono nessun pericolo.

Il nostro è un sistema educativo sbagliato, per molte ragioni, che ora non approfondiremo, ma in definitiva è uno dei motivi fondamentali per il quale molte persone soffrono inutilmente.

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La conoscenza è sempre stata strumento di potere. Il rischio che è presupposto in passato e che ancora oggi è presente in tutti ambiti della società, è il fatto che le persone possano pensare con il suo proprio criterio. Questo ha sempre rappresentato una minaccia che doveva essere contenuta.

L’uniformità nelle credenze, nel modo di pensare e di fare, ha sempre garantito nella società un maggiore controllo sopra qualsiasi forma di subordinazione.

Le comparazioni tra le persone, per esempio, era ed è ancora oggi, un efficacissimo strumento per impiantare queste timore assurdo al rifiuto.

Ci hanno insegnato che il fatto di essere considerato differente e discordante con l’opinione o l’aspettativa che gli altri hanno su di noi, è qualcosa di cattivo che si deve evitare.

Da piccoli, ci hanno comparato sempre con gli altri; in famiglia, con i nostri fratelli e sorelle; nella scuola, con i nostri compagni di classe; addirittura nei nostri stessi gruppi di amici.

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Siamo sempre messi a confronto, e di conseguenza siamo accettati o respinti, per modo da dire.

Questa idea è così in profondità, che già da adulti, continuiamo a permettere che ci comparino di continuo. Ci paragonano a lavoro, nel nostro intorno famigliare, e anche sociale, però anche noi lo facciamo.

Tutto nella nostra vita è una continua ed estenuante comparazione con gli altri, dobbiamo essere uguali allo standard generale o anche specifico.

In caso contrario, crediamo che sicuramente qualcosa di male ci accadrà.

La conseguenza di questa sbagliata ed inadeguata educazione emozionale, giacché ne siamo propensi, è quella di fissare e acquistare una memoria tenace delle situazioni che ci hanno causato un danno, per così in un futuro, evitarli.

Ci facciamo “docili” alle esigenze degli altri o ci isoliamo.

La convinzione che è meglio evitare certe situazioni che confrontarci e cercare una soluzione più concorde con la realtà è acquisita, da quando la paura è psicologica e non esiste un pericolo reale.

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Per questo il timore al rifiuto è “condizionato negativamente” prima di presentarci al supposto danno.

Evitiamo di ripetere azioni o situazioni che possano esporci a cenni altrui di disprezzo o semplici commenti di disaccordo.

Ma questo non è conveniente per noi, perché limita la nostra libertà di scegliere e prendere le nostre decisioni e preferenze, diminuisce la nostra autostima e blocca il nostro sviluppo personale, emotivo e sociale.

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